DUO D’EDEN - GROSSE FUGUE - BOLERO
Produzione MM Contemporary Dance Company
Duo D’eden/Grosse Fugue/Bolero
coreografie Maguy Marin, Michele Merola
produzione MM Contemporary Dance Company
Programma della serata
DUO D’EDEN
coreografia e colonna sonora
Maguy Marin
coreografia rimontata da Cathy
Polo e Ennio Sammarco
costumi Montserrat Casanova
luci Alexandre Béneteaud
maestro ripetitore Enrico Morelli
interpreti MM Contemporary
Dance Company
“Due corpi, come nudi, avanzano in scena, si avvinghiano l’uno all’altro e non si lasciano più. Un uomo e una donna con i corpi che si attirano e si aggrappano, congiunti l’uno all’altro fino a diventare indissolubili. Lei, una liana che si avvolge, si attorciglia. Lui che la tiene, la ritiene, la sostiene. C’è qualcosa di mitico nella loro danza, in questa fusione totale di due esseri che diventano uno per non separarsi più. […]”
Yasmine Tigoe
GROSSE FUGUE
coreografia Maguy Marin
coreografia rimontata da Dorothée
Delabie
musica Ludwig van Beethoven, Die
Grosse Fuge, op.133
costumi Chantal Cloupet
luci Alexandre Béneteaud
maestro ripetitore Enrico Morelli
interpreti MM Contemporary
Dance Company
Quattro donne e un brano musicale straordinario come Die Grosse Fuge: la personale lettura di Maguy Marin dell’opera di Ludwig van Beethoven, considerata una pietra miliare del rapporto tra musica classica e danza contemporanea, si basa su un dialogo costante, intimo, tra danza e musica, su un profondo legame tra le due arti. Dall’incontro tra le quattro donne e la musica prende forma una complessità tra la crescente forza vitale dell’essere femminile e lo stato di entusiasmo e disperazione di questa partitura.
BOLERO
coreografia Michele Merola
musica Maurice Ravel, Stefano
Corrias
disegno luci Cristina Spelti
costumi Alessio Rosati con la
collaborazione di Nuvia Valestri
interpreti MM Contemporary
Dance Company
Nella versione di Merola, Bolero viene dunque raccontato come una non-storia, fantastica ma possibile, comunque pertinente al mondo reale. Dagli allusivi colpi di tamburo rullante iniziale, sino alla esplosione finale dell’intera orchestra, la danza, in stretta simbiosi con la musica, veicola una sorta di astratta fiaba amara, allegoria del dolore di vivere e dell’incomprensione fra esseri umani. Così Bolero diventa metafora della nostra esistenza, stretta nei doppi binari che ciascuno sperimenta nel corso della propria vita, fra contrasto e dialogo, seduzione e disinganno, sorpresa e sconcerto.
Teatro Petrarca