Katia Ricciarelli

Biografia

All’anagrafe Catiuscia Maria Stella Ricciarelli, come risulta sulla pergamena del conferimento dell’onorificenza di Grand’Ufficiale (1994). Universalmente è conosciuta come “Katia”, anzi “la Katia”. Soprano lirico celeberrimo, per la internazionale carriera lirica e per gli exploits in tutti i campi, artistici e privati. Non c’è settore in cui non si sia cimentata, quasi sempre con successo (canto, regìa, direzione artistica, direzione di una accademia fondata da lei, musical, fiction Tv, persino un reality show). È stata una autentica rivelazione nel cinema: con la sua prima apparizione, ne “La seconda notte di nozze” di Pupi Avati, si è aggiudicata il Nastro d’argento (“Pensavo che facesse le bizze, – dice il regista – aveva la fama della primadonna non certo facile, invece è stata la più docile. Mai avuta un’attrice così disponibile”). La fama mondiale Katia Ricciarelli l’ha comunque conquistata con la voce, nel melodramma.

L’entrata nel mondo lirico avviene nel settembre 1971, con il primo premio assoluto al Concorso RAI per Nuove Voci Verdiane. Alla prova finale svoltasi al Conservatorio Verdi di Milano, Katia canta una sconosciuta aria di Medora del mediamente sconosciuto Corsaro, paralizzando l’uditorio sin dalle prime note. Alla fine, tutti in piedi, richiamano alla ribalta la giovane concorrente ben due volte. Cosa inusuale a un concorso. Katia, 25 anni, ringraziò con naturalezza. Non pensava di vincere e non aveva portato, o forse non possedeva nemmeno, l’abito lungo di circostanza. Sul suo vestire ha sempre avuto gusti singolari, pare consigliata dal suo sarto. È rimasta nelle cronache la mise con cui si presentò al concerto per i 200 anni della Fenice: abito lungo di raso nero dall’ampia sottana a balze rosse e quattro bande verticali (davanti e dietro) con appliques gialle a forma di violini, arpe e mandole. L’effetto era peggiore di quanto non possa far immaginare la descrizione. Anche se con quella voce si poteva permettere molto. La voce si rivelò subito di raro splendore (sulla linea Renata Tebaldi, Montserrat Caballè per intenderci) timbro limpido, morbido e luminoso, grande musicalità, capace di filati prodigiosi. Forse non in possesso di una autentica tecnica virtuosistica ma se ciò fornì alla critica alcune riserve non impedì alla Ricciarelli di affrontare un repertorio vastissimo (75 ruoli cantati) raggiungendo spesso interpretazioni leggendarie.

Subito richiesta dai maggiori teatri del mondo: Lyric Opera di Chicago (1972), Teatro alla Scala (1973), Royal Opera House di Londra (1974), Metropolitan Opera (1975), spaziò tra le opere di Puccini, Verdi, Rossini, Donizetti e molti altri. Il livello di particolare eccellenza lo raggiunse nella seconda metà degli anni Settanta (Anna Bolena, Parma 1977; Tancredi, New York 1978), proseguendo negli anni Ottanta, quando iniziò una collaborazione decennale con il Rossini Opera Festival di Pesaro dove stabilì un primato di successi, in coppia con Marilyn Horne e con Lucia Valentini Terrani, la partner storica. Vi si citano quali pietre miliari: SemiramideLa donna del lago, Bianca e FallieroTancrediLa gazza ladra, la prima ripresa assoluta de Il viaggio a Reims sotto la direzione di Claudio Abbado. In ambito donizettiano rimane celebre la sua Lucrezia Borgia (Bologna, 1984); in quello verdiano, l’interpretazione di Desdemona accanto all’Otello di DomingoKatia Ricciarelli , di cui fu girato anche il film (1985, regìa di Zeffirelli, direzione di Lorin Maazel).