Fino al 22 ottobre una nuova mostra nella suggestiva cornice della Fortezza Medicea di Arezzo: Lettere al blu del Maestro Raffello Lucci organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo in collaborazione con il Comune di Arezzo.
Lucci è un artista originario di Arezzo nato nel 1948. Nella sua lunga carriera si è formato facendo pratica sul disegno dal vero e copiando i grandi classici. Tuttavia la sua ricerca lo ha portato a una personalissima cifra stilistica fondata su un linguaggio astratto-informale. Lucci ricostruisce la realtà sensibile per mezzo di perfetti equilibri di colori.
Le sue composizioni sono costruite per mezzo di zone cromatiche che rispecchiano una sensibilità pura dal carattere lucido e razionale. La sperimentazione di Lucci coinvolge anche la parola scritta come elemento segnico-simbolico e misterioso che contestualizza ulteriormente il suo espressionismo astratto.
Così l’autore, Raffaello Lucci su Lettere al blu: “Questo luogo, offertomi dal tempo e dal passo delle cose, assieme alla disposizione delle opere qui accolte, permette la visione e l’ascolto – nel vero e in riassunto – del percorso omonimo, tracciato e affidato ai pixel del Web. In una osmosi reversibile, dal virtuale alle pietre e viceversa, il visitatore può seguirne i passaggi ed incontrare – come stazioni di snodo – momenti che ne hanno caratterizzato e determinato lo sviluppo.
Da questi rifugi del tempo, che mi hanno ispirato il progetto, va il ringraziamento alla sensibilità e all’attenzione accordatemi perché questo incontro avvenisse.” Ed è qui – continua Raffaello Lucci – è a questo luogo che: “poi, da frammenti di tempo immagini e parole risalgono e stanno mute, in piedi senza biglietto. Si fanno avanti vestite di allora, nitide dentro il presente; passano lente accanto al luogo seduto e scorrono senza domande, mentre vorrei ascoltare insieme il silenzio delle risposte. Scendono e vanno; le vedo oltre respiro sui vetri là fuori che le disperde ma non ce la fa…Ad occhi chiusi ne seguo il vero dentro il racconto”.
«Perché le opere di Lucci emozionano? Perché attraverso gli occhi, arrivano direttamente alla fantasia e al cuore. Mettono in moto sentimenti (questo vuol dire il verbo ‘emozionare’), ci fanno sognare e ci fanno felici. Essendo la contemplazione del mondo, che diventa colore e figura, niente altro che una forma di appagamento e quindi di felicità». (Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani)
“Partendo dallo studio dei grandi del passato, prediligendo J. Ruysdael e soprattutto Rembrandt, ha affrontato il suo primo periodo, con forte e drammatico espressionismo, temi sociali. Senza mai abbandonare la pratica del disegno dal vero – un disegno veloce, estemporaneo, capace di cogliere sul momento i più vari aspetti della vita quotidiana –, Lucci è passato poi all’attuale esperienza solo apparentemente informale.
Le sue opere non possono essere, infatti, definite “astratte”, essendo fortemente agganciate alle più intense impressioni del mondo reale, con il suo inesorabile trascorrere del tempo, che tutto trasforma, consuma e distrugge. Un tempo che però è come sospeso nell’attimo della meditazione su sé stesso.
Fantasia ed emozione si esprimono attraverso colori “magici” dei dipinti di questo artista. Sono colori purissimi ottenuti con la sua esperienza di chimico, che gli consente di mantenere sulla tela l’assoluta purezza e la luminosità delle terre naturali, che è capace di usare senza che siano alterate dalle usuali tempere od olii, come normalmente succede.
Questi colori, nei loro rapporti felicissimi, rendono le sue composizioni capaci di una straordinaria suggestione, direi che fanno sognare, e sollecitano così l’osservatore a soffermarsi a lungo davanti ad ogni quadro per entrare nel mondo di profonda spiritualità dell’artista.” (Anna Maria Maetzke)
Biografia
Raffaello Lucci nasce nel 1948 ad Arezzo. Diplomato in chimica industriale, inizia la sua attività artistica nel 1976, da autodidatta, studiando e sperimentando la tecnica dell’acquaforte, della pittura a olio e facendo pratica del disegno dal vero, eseguendo copie e studi dai grandi del Rinascimento italiano. Contemporaneamente realizza diversi ritratti a sanguigna, in stile classico, mutuati sull’esempio delle grandi opere di Raffaello e di Leonardo.
In seguito studia e sperimenta le tecniche dell’acquarello, della litografia su zinco e su pietra; in questo contesto ha l’opportunità di conoscere e lavorare accanto a grandi maestri internazionali. Dal 1980 inizia a esporre in mostre, sia in Italia sia all’estero, e partecipa a concorsi internazionali di “Ex Libris” o di grafica in generale. Dal 1986 propone lavori sempre più autonomi, eseguiti con tecniche miste, proseguendo nella sua ricerca personale che attraversa una fase figurativa di intensa tematica sociale, per giungere a lavori dove il disegno è segno o lacerazione e l’espressività è resa dalla materia e dal colore.
Info
www.fondazioneguidodarezzo.com